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Il Turismo delle Radici a Fregona

Il turismo delle radici lascia indietro le mete toccate dai flussi turistici tradizionali, valorizzando aree meno conosciute e meno sviluppate dell’Italia, che possono così colmare il loro divario di crescita economica nel rispetto della propria natura rurale, in maniera ecosostenibile. La valorizzazione dei piccoli centri e delle campagne consente da un lato la ristrutturazione e il recupero di abitazioni e infrastrutture in disuso, dall’altro favorisce anche i fornitori di servizi e prodotti locali (su tutti, quelli eno-gastronomici). Il turista delle radici è «ambasciatore» dei territori che custodiscono la sua storia familiare (solitamente i piccoli borghi).

Il testo è tratto dal sito del Ministero per gli Affari Esteri dove trovate molte informazioni a riguardo: https://www.esteri.it/it/servizi-consolari-e-visti/italiani-all-estero/turismo-delle-radici/

Mostra del Torchiato 

Il paese di Fregona è un insieme di borghi storici  e aree di pregevole valore naturalistico;  Il territorio comunale, che è inserito nella commitment zone UNESCO Colline del Prosecco, si estende sull'area pedemontana a nord-est di Vittorio Veneto e su buona parte dell'altopiano del Cansiglio. L’abitato sorge su una zona collinare tra 200 e 400 m. di altitudine e alcuni borghi, caratterizzati da case costruite con la pietra locale, dopo un periodo di abbandono dovuto all’emigrazione sono oggi oggetto di interesse per un loro recupero, a favore di quanti vogliano vivere in un ambiente poco antropizzato. La zona è ricca di fonti e corsi d'acqua, tra i quali il torrente Caglieron con le relative grotte, un suggestivo insieme costituito da una forra naturale e da alcune cave da cui in passato si estraeva l'arenaria (detta localmente piera dolza) con la quale venivano decorati i palazzi patrizi e realizzati stipiti e architravi. I provetti scalpellini di Fregona partirono dalle frazioni di Breda e Sonego intorno agli anni ’50 in cerca di maggior fortuna all’estero. All’interno del parco, oltre alla natura si incontrano edifici rurali e mulini.

Il Parco grotte del Caglieron accoglie ogni anno circa 80.000 visitatori, provenienti da Italia ed Estero e appartiene alla rete dei Parchi Tematico didattici dell’Alta Marca, Marchio d’area che ha l’obiettivo di proporre un’offerta turistica basata sull’imparare visitando. L’area montana del paese è rappresentata dall’altipiano del Cansiglio, un inestimabile patrimonio naturalistico a cavallo delle province di TV BL e PN; la porzione fregonese comprende alcune aree protette: la Riserva naturale integrale Piaie Longhe-Millifret, la Riserva Statale Campo di Mezzo-Pian di Parrocchia e la Riserva naturale Bus della Genziana, quest'ultima uno dei rari esempi di riserva speleologica. Il paese di Fregona si caratterizza per un clima mite, legato alla sua posizione geografica: l’aria fresca e asciutta che scende dal Monte Pizzoc ha favorito gli insediamenti umani sin dalla preistoria e contribuisce al miglior appassimento delle uve, destinate a diventare il prestigioso passito TORCHIATO DI FREGONA DOCG. Diverse sono anche le opere d’arte all’interno delle chiese, come pure è notevole il campanile della chiesa arcipretale, alto quasi 70 metri e visitabile all’interno.

Gli eventi dedicati ai “turisti delle radici”

Durante il 2024, la Pro Loco ha organizzato una Mostra dedicata all'Emigrazione a Fregona, dal titolo “Fregona e l’emigrazione, nostre storie nel mondo” (vedi foto Mulinetto) inaugurata durante la Mostra del Torchiato e poi allestita presso il Molinetto del Caglieron di Fregona; le immagini e i testi sono stati tratti dal libro “Partenze e Ritorni, nostre storie nel mondo" scritto da Ilaria Zanette per la Pro Loco di Fregona nel 2008. Il libro è disponibile presso la sede della Pro Loco.

Altro evento dedicato ai “turisti delle radici” è stato “Mostra del Torchiato e dei colli di Conegliano DOCG” organizzata presso la Cantina Produttori del Torchiato nel mese di maggio. Numerosi appuntamenti, tra i quali il collegamento via internet con la Città di Court Saint Etienne, dove una delegazione di Fregona era in visita per il gemellaggio.

Ai “turisti delle radici” è stato dedicato un “kit di benvenuto”, sempre disponibile presso il Centro Visite del Parco delle Grotte del Caglieron.

Mostra al Mulinetto del Caglieron

Introduzione alla Mostra

Le famiglie rimaste intere erano poche a Fregona. Famiglie ridotte, spezzate, monche. Un corpo senz’arti. Dolorante. Senza speranza di guarigione. Le partenze: un pianto collettivo. Gli arrivederci: bugie bianche per non soffrire. Gli addii: un’implicita certezza, che pesa, non detta, sul cuore di chi parte. E di chi resta.

Al paese ogni tanto qualcuno torna. Quel momento atteso con emozione diventa un piacere strano. La gioia di essere di nuovo a casa è attenuata da un vago disagio. Un senso di smarrimento. Un’involontaria ricerca di sensazioni conosciute, ora sfuggenti, in posti e tra visi familiari. Ora quasi estranei, quasi lontani. Come quando si è via. Il tempo cambia ogni cosa. Ma chi è lontano cambia di più. Al ritorno non riesce subito a rientrare nell’ingranaggio da cui è uscito. La vita al paese non è più sua. Una sensazione schizofrenica quella dell’emigrato. Straniero all’estero, straniero a casa sua. I compaesani che gli parlano in italiano. Forse per rispetto. Forse pensano che il dialetto se lo sia dimenticato. Non sanno che il dialetto non si dimentica, neanche all’estero. Il dialetto è un mondo. Il mondo che chi se ne va porta con sé quando parte e vorrebbe ritrovare quando torna. Un intimo richiamo al proprio io, alla propria identità originaria. Incancellabile.

(Michela Pizzol Giacomini, curatrice della mostra)